mercoledì 11 ottobre 2017

Namastè



Spesso mi domando cosa comporti il ruolo di conduttore nelle pratiche di consapevolezza.
Lo faccio soprattutto quando i partecipanti mi chiedono il motivo delle scomodità nel corpo, dei molti pensieri che attraversano la mente, degli stati d'animo che a volte arrivano inaspettati e creano stupore o disagio.
A volte io ed il partecipante indaghiamo assieme, talvolta scopriamo che sono sensazioni già conosciute che ritornano a galla, talaltre sono nuove esperienze vissute nel momento della pratica.
Queste domande mi inseguono, anche dopo anni di esperienze con la meditazione.
Perchè quando pratico non arriva un senso di pace totale?
Anch'io a volte percepisco tensioni nel corpo, mille pensieri ed emozioni... perchè?
Personalmente non ho trovato risposte, anzi quando mi arrivano barlumi di consapevolezza...ecco, quello è il momento in cui nascono nuove domande.
Fa parte del mio processo e in questo percorso la domanda mi aiuta a comprendere di essere vivo e che in ogni momento è possibile scoprirmi, sentirmi, riconoscermi un po' di più.
Meraviglia!
Ed in questo viaggio non sono solo e riconosco la preziosità dell'unicità di ognuno di noi. 
E ringrazio dal profondo del cuore.
Namastè

Imparare a fermare tutto il fare e passare alla modalità dell'essere, imparare a dedicare tempo a te stesso, a rallentare il ritmo e a nutrire in te calma e autoaccettazione, imparare a osservare l'attività della tua mente momento per momento, a osservare i tuoi pensieri e a lasciarli scorrere senza esserne coinvolto e imparare a creare spazio per nuovi modi di vedere vecchi problemi e per cogliere l'interconnessione di tutte le cose; questi sono alcuni degli insegnamenti della consapevolezza. Per rendere possibile questo tipo di apprendimento occorre solo che ti rilassi in momenti di puro e semplice “essere” e che coltivi la consapevolezza.
Più la pratica è sistematica e regolare, più la potenza della consapevolezza cresce in te e ti aiuta.
Il viaggio devi viverlo tu personalmente, coltivando la consapevolezza nella tua vita.
E, se ci pensi un momento, come potrebbe essere altrimenti? Chi potrebbe fare questo lavoro al posto tuo? Il tuo medico? I tuoi parenti o amici? Per quanto altri possano desiderare di aiutarti a raggiungere uno stato di maggiore salute e benessere, l'aiuto fondamentale può venire solo da te. Dopo tutto, nessuno può vivere la tua vita al posto tuo; e qualsiasi sia l'affetto che un'altra persona prova per te, esso non può e non deve sostituirsi al tuo prenderti cura di te stesso.
Da questo punto di vista coltivare la consapevolezza è proprio come mangiare.
Sarebbe assurdo pretendere che qualcun altro mangiasse al posto tuo, e quando vai al ristorante non ti sfami né sfogliando il menu né ascoltando il cameriere descrivere il cibo. Perchè il cibo ti nutra devi effettivamente mangiarlo.
Analogamente, per trarre beneficio dalla consapevolezza e capire perchè è tanto preziosa devi effettivamente praticarla.”
(Jon Kabat-Zin, medico statunitense, fondatore e direttore della Clinica per la riduzione dello Stress dell'Università del Massachussetts. Ideatore del protocollo Mindfulness)

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