Spesso mi domando cosa comporti il
ruolo di conduttore nelle pratiche di consapevolezza.
Lo faccio soprattutto quando i
partecipanti mi chiedono il motivo delle scomodità nel corpo, dei
molti pensieri che attraversano la mente, degli stati d'animo che a
volte arrivano inaspettati e creano stupore o disagio.
A volte io ed il partecipante
indaghiamo assieme, talvolta scopriamo che sono sensazioni già
conosciute che ritornano a galla, talaltre sono nuove esperienze
vissute nel momento della pratica.
Queste domande mi inseguono, anche dopo
anni di esperienze con la meditazione.
Perchè quando pratico non arriva un senso di pace totale?
Anch'io a volte percepisco tensioni nel corpo, mille pensieri ed emozioni... perchè?
Personalmente non ho trovato
risposte, anzi quando mi arrivano barlumi di consapevolezza...ecco,
quello è il momento in cui nascono nuove domande.
Fa parte del mio processo e in questo
percorso la domanda mi aiuta a comprendere di essere vivo e che in
ogni momento è possibile scoprirmi, sentirmi, riconoscermi un po' di
più.
Meraviglia!
Ed in questo viaggio
non sono solo e riconosco la preziosità dell'unicità di ognuno di noi.
E ringrazio dal profondo del cuore.
Namastè
“Imparare a fermare tutto il fare
e passare alla modalità dell'essere, imparare a dedicare tempo a te
stesso, a rallentare il ritmo e a nutrire in te calma e
autoaccettazione, imparare a osservare l'attività della tua mente
momento per momento, a osservare i tuoi pensieri e a lasciarli
scorrere senza esserne coinvolto e imparare a creare spazio per nuovi
modi di vedere vecchi problemi e per cogliere l'interconnessione di
tutte le cose; questi sono alcuni degli insegnamenti della
consapevolezza. Per rendere possibile questo tipo di apprendimento
occorre solo che ti rilassi in momenti di puro e semplice “essere”
e che coltivi la consapevolezza.
Più la pratica è sistematica e
regolare, più la potenza della consapevolezza cresce in te e ti
aiuta.
Il viaggio devi viverlo tu
personalmente, coltivando la consapevolezza nella tua vita.
E, se ci pensi un momento, come
potrebbe essere altrimenti? Chi potrebbe fare questo lavoro al posto
tuo? Il tuo medico? I tuoi parenti o amici? Per quanto altri possano
desiderare di aiutarti a raggiungere uno stato di maggiore salute e
benessere, l'aiuto fondamentale può venire solo da te. Dopo tutto,
nessuno può vivere la tua vita al posto tuo; e qualsiasi sia
l'affetto che un'altra persona prova per te, esso non può e non deve
sostituirsi al tuo prenderti cura di te stesso.
Da questo punto di vista coltivare
la consapevolezza è proprio come mangiare.
Sarebbe assurdo pretendere che
qualcun altro mangiasse al posto tuo, e quando vai al ristorante non
ti sfami né sfogliando il menu né ascoltando il cameriere
descrivere il cibo. Perchè il cibo ti nutra devi effettivamente
mangiarlo.
Analogamente, per trarre beneficio
dalla consapevolezza e capire perchè è tanto preziosa devi
effettivamente praticarla.”
(Jon Kabat-Zin, medico statunitense,
fondatore e direttore della Clinica per la riduzione dello Stress
dell'Università del Massachussetts. Ideatore del protocollo
Mindfulness)
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