IL LAVORO SUL CORPO E'
LAVORO DELL'ANIMA (?)
“Se osiamo avventurarci
lungo il ponte che dalla testa porta al corpo, potremo trovare la
nostra anima nell’oscurità e potremo trovare le domande che la
sollecitano, aprendo ogni cellula mentre la portiamo alla coscienza.”
Marion Woodman
Attraverso i mie sensi
esploro e codifico il mondo attorno e dentro di me.
In base a questa
rappresentazione, scelgo, più o meno coscientemente, di vivere le
situazioni in uno dei tanti modi possibili che la natura mi permette.
Il mio modo di stare nel
mondo, i diversi atteggiamenti che adotto, diventano un riferimento,
un modello unico e personale che si manifesta nel corpo, nella mente
e nello spirito.
A volte questi riferimenti
si “fissano”, diventando dei veri e propri schemi, più o meno
rigidi.
Si trasformano in un abito
che indosso.
Le scoperte delle
neuroscienze, lo sviluppo della psiconeuroendocrinoimmunologia e
molte teorie psicologiche confermano che questi schemi si
interfacciano alla persona in modo olistico, includendo l'aspetto
corporeo, mentale e spirituale.
Non è più possibile
pensare di circoscrivere dei comportamenti nel solo ambito fisico o
mentale: tutto è connesso nella globalità dell'essere.
L'abito di cui sopra si
trasforma in una vera e propria uniforme, la indosso spesso, mi ci
identifico totalmente e la completo di accessori!
Se il mio comportamento è
mediato dalla mia interpretazione delle sensazioni fisiche... come
posso avere l'esperienza diretta dell'anima?
Provo a ritornare alle
origini, alle sole sensazioni fisiche, a fidarmi dei miei sensi, a
dar loro spazio e la possibilità di manifestarsi.
Mi assesto sul cuscino per
una pratica di esplorazione, durante la quale esprimo a voce ciò che
sento accadere dentro di me:
“Chiudo gli occhi e
l'attenzione si rivolge subito all'interno, in basso.
Avverto un senso di
pesantezza della pancia e ne percepisco il gonfiarsi e lo sgonfiarsi
in sincronia con il respiro che entra ed esce.
Comincio a sentire una
leggera pressione sulla muscolatura dell'addome e stando in contatto
con questa sensazione mi arriva anche il senso che in questo
movimento sia coinvolto il plesso solare, la zona sotto lo sterno e
le ultime costole, assieme allo stomaco.
Avverto qualche scatto dei
muscoli intercostali a sinistra e un po' d'assestamento nelle
viscere, ancora sulla sinistra.
Improvvisamente mi arriva
la sensazione del tratto cervicale ed alto toracico, la mia
attenzione per un attimo è lì.
Percepisco un senso di
riallineamento di questa zona ed avverto un “andare” verso
l'alto, fin sopra la testa.
Adesso sento le mani
appoggiate sulle ginocchia e il senso di gonfiare e sgonfiare si sta
aprendo a una globalità del corpo, non solo alla pancia, ma arriva
anche alle spalle, alle braccia, alle mani. Cambia qualcosa anche
nell'appoggio dei glutei sul cuscino, c'è un ulteriore assestamento
verso il basso.
Il respiro si sta
disorganizzando... l'attenzione per un attimo va allo sterno ed al
plesso solare.
Ho l'immagine di un
cratere, su un piano, con delle crepe, dei leggeri movimenti di
attorcigliamento e piano piano arriva un senso di ammorbidimento del
corpo nello spazio.
Qualcosa legato ad un
potersi allargare nello spazio, con più facilità.
Arrivano momenti in cui
percepisco un leggero intensificarsi del respiro, come se stessi
camminando... invece sono fermo sul cuscino.
Nel dire questo,
nell'osservarlo, mi arriva una sensazione di linea leggermente
diagonale che dalla destra del mio corpo, sotto il costato, si sposta
verso sinistra e un qualcosa che scende in quella direzione, continua
a scendere, scendere ancora.
Adesso al centro dello
stomaco, un po' spostato a sinistra, percepisco un calore, un piccolo
punto di calore, come se fosse a spigoli, come un diamante, che nel
movimento sprigiona calore attorno... o meglio è in contatto con il
calore attorno.
Sento la tendenza a
lasciar rallentare le parole, a lasciarmi cullare in questo senso di
ammorbidimento con una minor attivazione della mente.
Ora è cambiata la
sensazione delle mani, dei polsi, del contatto con le
ginocchia...come se non le sentissi più e avessi la sola percezione
della zona dove appoggiano le mani.
Mi arriva l'immagine del
pane tedesco, il brezel, le trecce laterali sono le mani appoggiate
sulle gambe, non c'è divisione, c'è una continuità.
Percepisco un movimento di
torsione verso sinistra lungo l'asse mediano e la sento energetica,
interna.
Adesso ho una percezione
meno densa del mio corpo, con leggeri formicolii, che attraversano le
braccia, in modo più intenso rispetto al resto del corpo.
La sensazione è che il
corpo viene risucchiato verso il centro, in basso... ed ora
lentamente sento salire verso l'alto nella parte centrale qualcosa di
energetico che mi porta ad allungarmi, molto lentamente... poi scende
nella parte centrale del corpo e giù giù fino a tornare a quel
senso di scivolare al di sotto del bacino, sentirmi risucchiato in
basso.
Arriva un ulteriore senso
di rilassamento in cui non ho voglia di parlare anche se osservo che
le cose da dire sono molte, che le sensazioni sono mutevoli, momento
dopo momento.
Nel plesso solare qualcosa
si è allentato ed il respiro è un po' più ampio, un poco più
lento.
Comincio a sentire uno
spazio di quiete intorno, mi arrivano i cinguettii degli uccelli da
fuori, il rumore lontano del passaggio delle macchine sulla strada.
Mi torna il pensiero
legato alla domanda iniziale: come riconosco la mia anima?
L'attenzione va nel plesso
solare, sento che il cratere in questo momento si sta un po'
stringendo, è più stretto.
Sento che si rilassa
qualcosa nel corpo, c'è un lasciare andare ed è una sensazione non
chiara, non percepisco una zona del corpo definita ma una densità,
un respiro che si apre all'esterno.
E' un movimento
energetico, quando va verso l'esterno è sospeso nello spazio
intorno, c'è un senso di sostegno.
Sento questo respiro nella
zona toracica, nelle spalle, nelle braccia, soprattutto nella parte
posteriore, scapole, spalle, cervicali.
Arriva l'immagine di una
bolla e una sensazione legata alla densità ovattata che inizia
attorno le orecchie. Cambia qualcosa nell'aspetto acustico: i suoni
arrivano con maggior chiarezza dall'esterno, c'è un minor brusio di
fondo. Sento uno spazio vasto attorno, che mi sostiene.
Passano alcuni minuti e
lentamente la mia attenzione si risveglia alla solidità del corpo,
dolcemente mi muovo, mi stiracchio ed apro gli occhi.“
Dopo anni di pratica, dopo
questi quaranta minuti, non ho una comprensione chiara da condividere
sul rapporto tra corpo ed anima ma a volte mi capita di fare
l'esperienza di unità, in cui il corpo cambia densità, la vita si
manifesta in varie forme, con sfumature diverse e ancora lo spazio
percettivo si apre a qualcosa di affascinante e misterioso.
Probabilmente è grazie a
questi momenti che riconosco la profondità di alcuni scritti in cui
mi sono imbattuto.
Li leggo e li sento
scivolare dentro, come acqua e sciroppo, mi dissetano e mi riempiono.
E in quel riempire non c'è
pienezza, non c'è pesantezza... se esiste una possibile comprensione
forse sta in questa sensazione.
“Sii paziente verso
tutto quello che è irrisolto nel tuo cuore e… cerca di amare le
domande per se stesse, come stanze chiuse a chiave, o libri scritti
in una lingua sconosciuta. Non cercare le risposte, che non ti
possono venire date perché non saresti in grado di viverle. E il
punto è vivere tutto. Vivi le domande in questo momento. Forse a
poco a poco, senza quasi notarlo, continuerai a vivere fino a
ritrovarti, un giorno lontano, dentro le risposte.”
Rainer Maria Rilke
“Là fuori, al di là
delle idee di falso e giusto, c'è un vasto campo: come vorrei
incontrarvi là. Quando colui che cerca, raggiunge quel campo, si
stende e si rilassa: là non esiste credere o non credere.”
Gialal al-Din RUMI
"Sono convinto che la
carne e il sangue siano più saggi dell'intelletto.
L'inconscio corporeo è la
sorgente da cui sprizza la vita dentro di noi.
E’ ciò che fa sì che sappiamo di essere vivi, vivi nel profondo della nostra anima
e in contatto con le più remote regioni dove c’è vita."
E’ ciò che fa sì che sappiamo di essere vivi, vivi nel profondo della nostra anima
e in contatto con le più remote regioni dove c’è vita."
D. H. Lawrence
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